“Che si dice stamattina nei Caffè?” Per essere informato sulla situazione politica, Carlo Alberto di Savoia-Carignano, rivolgeva spesso questa domanda ai propri consiglieri, perché parte della storia d’Italia è stata scritta proprio nei Caffè di Torino. Cavour era solito recarsi al Caffè Fiorio, Massimo D’Azeglio, Giolitti ed Einaudi preferivano Baratti & Milano, mentre De Gasperi si rilassava al Caffè Torino. Alexandre Dumas era un habitué del Bicerin (il “bicchierino”), Guido Gozzano frequentava le sale Art Nouveau di Mulassano, Platti era il locale ideale di Cesare Pavese. Ancora oggi i Caffè Storici sono parte del costume e della cultura della città, tappa obbligata per gustare le specialità della pasticceria subalpina in un’atmosfera unica di eleganza e di stile.
Nel 1560, per festeggiare il trasferimento della capitale ducale da Chambéry a Torino, Emanuele Filiberto di Savoia servì simbolicamente alla città una fumante tazza di cioccolata. Inizia così la lunga storia d’amore tra Torino e il cioccolato: una passione che ha stimolato nei secoli la fantasia dei maestri cioccolatieri e creato specialità note in tutto il mondo come il gianduiotto, la crema di cacao e nocciola, il gelato da passeggio.